- 14 Marzo 2021
- Posted by: Luisella D'Alessandro
- Categoria: News
Al miglioramento del clima di fiducia delle imprese si associa, a gennaio 2021, la crescita della produzione manifatturiera, in aumento dello 0,5% rispetto al precedente mese di dicembre. L’analisi dei dati pubblicati ieri dall’Istat evidenzia che in dieci settori manifatturieri hanno recuperato i livelli pre crisi, con un volume della produzione, al netto della stagionalità, che a gennaio 2021 è superiore a quello di febbraio 2020, prima dello scoppio della pandemia. Nel dettaglio il divario supera il punto percentuale per Mobili (l’indice a gennaio 2021 è superiore del 9,2% rispetto al livello di febbraio 2020), Apparecchiature elettriche (+8,7%), Metallurgia (+4,9%), Prodotti chimici (+4,3%) e Legno +(3,3%). Si collocano sopra i livelli pre crisi – anche se con divario inferiore al punto percentuale – i comparti di Carta, Vetro, ceramica e cemento, Gomma e materie plastiche, Computer ed elettronica e Autoveicoli.
Il bilancio del 2020 delle imprese, il nuovo report di Confartigianato – I segnali di recupero registrati nei primi mesi del 2021 seguono una chiusura del 2020, un anno drammatico per l’intensità della recessione, in cui la caduta del PIL dell’8,9% certificata a inizio mese dall’Istat – dall’Unità d’Italia cali peggiori si sono registrati solo tra il 1943 e il 1945 – lo riporta sui livelli del 1998.
Il consuntivo del 2020 emerge nell’ultima Elaborazione Flash dell’Ufficio Studi ‘Alcune evidenze su effetti della recessione Covid-19 sul sistema delle MPI’ – clicca qui per scaricarla – di cui alcuni dati sono stati anticipati nell’intervista del Presidente Marco Granelli a Il Sole 24 Ore. Il lavoro raccoglie alcune evidenze degli effetti sul sistema delle imprese, e in particolare delle micro e piccole (MPI), della recessione conseguente all’epidemia da Covid-19. Nel dettaglio sono esaminati i rischi di sostenibilità delle imprese, il calo dei ricavi nel 2020 di 122 miliardi di euro, pari al 10,4% in meno, registrato dalle imprese della manifattura e delle costruzioni, settori in cui si addensa il 60,6% dell’artigianato. Viene poi proposto il bilancio dell’anno del Covid-10 per i settori della manifattura, con la moda nell’epicentro della crisi. Sul settore dell’edilizia, i risultati della survey evidenziano come lo stimolo del superbonus sia frenato dalla burocrazia e dalle difficolta di risposta degli uffici della Pa, fattori che ritardano 1 intervento su 2. Nei servizi il 2020 è stato un annus horribilis per turismo e consumi no food. Viene esaminato il trend dei ricavi per autoriparazione, servizi pulizia e trasporto terrestre, la spesa per consumi delle famiglie e le tendenze delle vendite al dettaglio. Il lavoro propone l’analisi del trend di forte crescita dell’e-commerce ed evidenzia nell’ambito delle tecnologie digitali, la proposta di Confartigianato dell’utilizzo di big data pubblici per definire in temi rapidi e monitorare gli interventi anticiclici, riproposta anche nel corso di una recente tavola rotonda organizzata dalla Banca d’Italia sulla revisione della politica monetaria.
Il lavoro propone una analisi dei prezzi alla produzione, tra deflazione e boom dei prezzi delle commodities. Sono evidenziate le condizioni di tensione sulla liquidità aziendale, che interessa un terzo delle MPI, e i segnali di fragilità dal mercato del lavoro, da cui emerge la crisi del lavoro indipendente. Infine, il report commenta alcune evidenze sull’orientamento delle imprese in uno scenario post pandemia, con interventi di policy in grado di far leva sul sistema di piccola impresa: un confronto internazionale sul periodo 2015-2019 evidenzia che l’Italia, nonostante una minore dimensione delle imprese, ha visto una maggiore dinamismo del valore aggiunto della manifattura rispetto a Germania e Francia.