- 27 Maggio 2014
- Posted by: admin
- Categories: Ambiente, Autoriparazione, Benessere, Impiantisti, News
Nasce la campagna social, promossa da Assotrasporti ed Azione nel Trasporto Italiano, volta a raccogliere suggerimenti e proposte sul SISTRI, il controverso sistema che, per le due associazioni, va momentaneamente sospeso.
Durante le riunioni del Tavolo Sistri presso il Ministero – l’ultima lo scorso 29 aprile 2014 – le delegazioni Assotrasporti hanno ribadito che il sistema di tracciabilità dei rifiuti può risultare un’opportunità favorevole per le imprese. Ciò nonostante, date le evidenti difficoltà denunciate attualmente, è inevitabile una sospensione del Sistri per il tempo tecnico necessario a renderlo efficace.
Ad evidenti problemi di natura tecnica e burocratica sull’applicazione e la sanzionabilità del sistema, si è recentemente aggiunta la delibera sulla mancata regolarità del contratto di gestione. Infatti, l’Authority ha contestato l’appalto – avvenuto senza gara – stipulato tra il Ministero dell’Ambiente e la società Selex del gruppo Finmeccanica, aggirando gli obblighi di concorrenza.
Gli ultimi sviluppi dunque non fanno che confermare la posizione di Assotrasporti e Azione nel Trasporto Italiano. “Il Sistri va sospeso per fare chiarezza” afferma il Presidente Assotrasporti Secondo Sandiano “Perché le aziende devono pagare per un servizio inefficiente e non funzionante, ancor peggio se chi lo gestisce non rispetta le regole?”.
“In un settore critico come quello dei trasporti” – aggiunge il Presidente di Azione nel Trasporto Italiano Renzo Erbisti – “il Sistri sta generando costi ed adempimenti burocratici gravosi per l’autotrasportatore, che rendono la sua sopravvivenza nel comparto ancora più difficile”.
“L’aver speso 146,7 milioni in attrezzature da installare sui veicoli come chiavette usb e scatole nere, ad oggi non funzionanti, non può essere il motivo per imporre ai trasportatori di installarle” concludono i Presidenti delle due Associazioni, considerando che “a fronte di un contratto assegnato in segreto, senza alcun riscontro normativo, lo Stato ha contribuito solamente con 29 milioni, già a carico dei contribuenti”. Per questo motivo, appare illogico chiedere alle aziende di utilizzare il sistema per saldare i costi, senza raggiungere l’obiettivo di tracciabilità dei rifiuti.
Partendo da queste riflessioni le due associazioni, sensibili alle esigenze della base, invitano tutti gli addetti ai lavori ad unirsi alla richiesta di sospensione del Sistri. Un sistema vivo solo sulla carta, ma nei fatti sempre più dannoso, proprio come un morto vivente. Per questo, è attiva una campagna sui social networktramite l’hashtag #StopSistri con il quale gli utenti di Facebook e Twitter potranno interagire per sostenere l’iniziativa e contribuire attivamente con propri suggerimenti ed esperienze personali.