- 29 Settembre 2014
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- Categories: Benessere, News
Quello del benessere è uno dei pochi settori che ha resistito alla crisi. Infatti, a fronte di una contrazione della spesa nei settori dei beni essenziali, si registra una crescente attenzione dei consumatori alla conservazione della salute, al benessere e alla migliore qualità della vita anche attraverso la cura della persona. Da un’indagine GFK Eurisko, è emerso un profilo di clientela che cura con particolare attenzione il proprio aspetto con una sana alimentazione, l’esercizio fisico e la frequentazione sistematica di centri estetici e saloni di acconciatura e che pone il rapporto di fiducia con il professionista al primo posto, seguito a ruota dai valori di professionalità ed esperienza. Ma, insieme a questi nuovi consumatori, resiste una fascia di clientela che sceglie esclusivamente in base al costo della prestazione, a scapito della qualità del servizio. Risultato: da un lato cresce il fenomeno del “fai da te”, spesso rischioso soprattutto quando riguarda trattamenti che prevedono l’utilizzo di prodotti e/o apparecchiature ad uso professionale, dall’altro aumentano le attività abusive da parte di soggetti non professionalmente qualificati, che operano al di fuori della legalità con prezzi notevolmente al di sotto di quelli praticati nell’ambito del mercato regolare. Mentre a livello europeo si lavora per definire standard di prestazioni elevate nel settore del benessere, nel nostro Paese si registra una percentuale di abusivismo che sfiora il 40%, con punte maggiormente elevate nelle grandi città. Pesanti le ripercussioni sulla salute e sicurezza del consumatore e i danni sia per le imprese del settore benessere sia per l’economia del Paese. Confartigianato Benessere ha promosso numerose campagne informative per promuovere servizi di qualità e per combattere il fenomeno dell’abusivismo grazie alla collaborazione delle autorità. Ma l’abusivismo è duro a morire. Confartigianato ribadisce l’appello alle Istituzioni affinché sostengano gli operatori regolari attraverso l’adeguamento delle normative di settore e dei Regolamenti regionali e comunali, lo snellimento burocratico, la diminuzione della pressione fiscale, l’intensificazione dei controlli e l’applicazione delle sanzioni, l’organizzazione di campagne istituzionali di sensibilizzazione dell’utenza nei confronti dei gravi rischi derivanti da trattamenti effettuati da soggetti non qualificati, con applicazione di prodotti di dubbia qualità ed in locali privi dei prescritti requisiti di igiene e sicurezza.