- 24 Febbraio 2015
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- Categories: Benessere, News
Vince la professionalità. Tra le norme contenute nel DDL Concorrenza approvato il 20 febbraio dal Consiglio dei Ministri non figurano quelle volte a modificare la disciplina dell’attività di acconciatore.
Grande soddisfazione espressa dalla Categoria che, anche grazie al deciso intervento di Confartigianato sul Governo, ha visto scongiurato il rischio di drastica riduzione della durata del periodo di formazione richiesto all’acconciatore per acquisire la qualifica professionale, prevista nella bozza del provvedimento.
Confartigianato, nell’ambito del documento di merito trasmesso al Governo, aveva sottolineato la necessità di tenere conto dell’elevata professionalità e competenza richieste ad operatori che svolgono la propria attività a diretto contatto con il corpo del cliente, nonchè di una corretta collocazione dell’acconciatore all’interno della cultura del benessere in quanto tale figura professionale non risponde più soltanto alla semplice esigenza di eseguire un buon taglio di capelli, ma contribuisce alla formazione dell’immagine quale elemento fondamentale dello status di benessere psico-fisico, così come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Confartigianato Acconciatori ritiene che la complessità del settore richieda figure professionali caratterizzate da competenze multidisciplinari, che comprendano al loro interno sia adeguate conoscenze di tipo tecnico sia competenze trasversali, che consentano di riconoscere le mutate esigenze del cliente e di “prendersi cura” di quest’ultimo in modo globale. Se si analizzano, infatti, i programmi dei corsi di formazione regionale si riscontra un approccio multidisciplinare che, oltre alle materie strettamente tecniche, prevedono lo studio di elementi di anatomia e fisiologia, cosmesi, epidemiologia, igiene, sicurezza negli ambienti di lavoro, smaltimento rifiuti, privacy, responsabilità connesse all’attività ed altro ancora. Si aggiunga che lo sviluppo della tecnologia e le nuove esigenze della clientela stanno determinando un aumento dei bisogni formativi degli imprenditori anche rispetto ad ulteriori materie, quali citologia, istologia, micro-visualizzazione, psicologia della comunicazione, competenze linguistiche, immagine corporea, marketing.
E’ da sottolineare, infine, come il mantenimento dell’attuale livello di qualificazione rappresenti la condizione minima necessaria per contrastare la diffusa concorrenza sleale ad opera di soggetti che erogano servizi non qualificati al minor costo possibile con prevedibili effetti negativi sulla salute del consumatore.