- 4 Giugno 2015
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Verrà ampliata la platea di riferimento fino a ricomprendere 157 studi di settore che si applicano ad oltre 2 milioni di contribuenti
Nel corso di una riunione svoltasi presso l’Agenzia delle entrate lo scorso 29 maggio 2015, sono stati illustrati i criteri di accesso, per il periodo d’imposta 2014 (UNICO 2015), al regime premiale per gli studi di settore che dovranno trovare conferma nel consueto Provvedimento del Direttore dell’Agenzia.
Dovrebbero essere confermati i criteri di accesso previsti per le precedenti annualità di imposta (2012 e 2013), ad eccezione del caso degli studi che presentano tre tipologie di indicatori e che contemporaneamente sono riferibili a settori di attività economica per i quali è stata stimata una percentuale di valore aggiunto del sommerso economico (ipotesi massima) inferiore alla percentuale di valore aggiunto sommerso del totale economia (ipotesi massima). Tale ultimo criterio verrà abbandonato a causa della scarsa attualità del medesimo (costruito su stime dell’evasione relative all’anno 2005): peraltro gli studi di settore ammessi al regime premiale sulla base del citato criterio sono stati revisionati nel corso del 2014 ed hanno visto l’introduzione di nuovi indicatori. Pertanto il regime premiale dovrebbe interessare, per il periodo di imposta 2014, i soggetti che applicano gli studi di settore relative alle attività di impresa per i quali risultano approvati indicatori di coerenza economica riferibili ad almeno:
– quattro tipologie di indicatori;
– tre tipologie di indicatori e che contemporaneamente presentano l’indicatore “indice di copertura del costo per il godimento di beni di terzi e degli ammortamenti“.
Nel corso della riunione sono stati forniti i dati relativi all’applicazione del regime premiale all’anno d’imposta 2013: circa il 27% dei contribuenti che hanno applicato gli studi, interessati dal premiale, sono entrati nel regime, con un impatto in termini di ricavi e redditi addizionali pari, rispettivamente, a 3,3 miliardi di euro e a 1,5 milioni di euro.
Per l’anno 2014 dovrebbe salire a 157 il numero degli studi di settore interessati dal regime, con una platea potenziale di oltre 2.000.000 di contribuenti. L’elenco degli studi che saranno ammessi ne dovrebbe contare 41 nuovi rispetto al 2013.
Si ricorda che la norma (commi da 9 a 13 dell’articolo 10 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201) prevede che nei confronti dei soggetti che si presentano congrui, normali e coerenti agli studi di settore:
– sono preclusi gli accertamenti basati sulle presunzioni semplici (art. 39, co.1, lett. d), secondo periodo, D.P.R. n. 600/1973, e art. 54, co. 2, ultimo periodo, D.P.R. n. 633/1972);
– sono ridotti di un anno i termini di decadenza per l’attività di accertamento (art. 43, co. 1 D.P.R. n. 600/1973, e art. 57, co. 1 D.P.R. n. 633/1972). Tale disposizione non si applica in caso di violazione che comporta obbligo di denuncia ai sensi dell’articolo 331 del codice di procedura penale per uno dei reati previsti dal decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74;
– la determinazione sintetica del reddito complessivo (art. 38 D.P.R. n. 600/1973) è ammessa a condizione che il reddito complessivo accertabile ecceda di almeno un terzo quello dichiarato.
Il regime, fortemente sostenuto dalla Confederazione, conferisce una sostanziale tranquillità da accertamenti alle imprese in regola con gli studi di settore. La Confederazione, unitamente a RETE imprese Italia, ha chiesto che il Provvedimento di accesso al premiale per il 2014 venga approvato prima possibile per consentire già in sede dichiarativa di riscontrare concretamente la verifica dei criteri.