Camera di Commercio di Teramo: facciamo chiarezza

L’UNIONE PROVINCIALE ARTIGIANI E PICCOLE E MEDIE IMPRESE CONFARTIGIANATO IMPRESE TERAMO FA CHIAREZZA SULLA VICENDA “CAMERA DI COMMERCIO DI TERAMO” .

L’Unione Provinciale Artigiani e Piccole e Medie Imprese Confartigianato Imprese Teramo, rappresentata in Consiglio Camerale di Teramo dal Presidente Prof. Luciano di Marzio, per fare chiarezza sulla vicenda “Camera di Commercio di Teramo” informa che, quando il Presidente Gloriano Lanciotti portò in Consiglio camerale la proposta di cedere volontariamente la sede alla Camera di Commercio dell’Aquila, il Presidente Di Marzio votò contro questa decisione ritenuta affrettata e non necessaria, in quanto il decreto doveva ancora essere emesso ed il Presidente, informato dei fatti, aveva già preannunciato in Consiglio che la sede sarebbe spettata alla Camera di Commercio che aveva più iscritti, come ben riportato nel suo intervento e nel verbale dell’epoca, quindi a quella di Teramo, che ne contava oltre 5.000 in più rispetto a quella dell’Aquila.

Questa decisione incomprensibile per la nostra Associazione venne votata favorevolmente da tutte le altre Associazioni tranne che dal rappresentante della CISL; una decisione molto grave per la nostra città che si è vista, negli anni, spogliata prima dalla Caserma degli Alpini, successivamente dalla Banca d’Italia, tutte spostate a L’Aquila, ed oggi anche della sede della Camera di Commercio; è davvero troppo!

Purtroppo da parte della politica teramana non c’è stato nessun intervento in merito. Solo adesso, a decisione ormai presa, qualcuno ha cercato inutilmente, con voce molto fioca, e senza il supporto dei nostri Consiglieri Regionali di maggioranza di ostacolare questa ulteriore perdita.

Il Presidente Di Marzio nell’ultimo Consiglio Camerale ha evidenziato che già prima del Covid le iscrizioni alla CCIAA di Teramo erano inferiori alle cancellazioni e oggi, purtroppo, sono precipitate; tutto ciò anche in considerazione del fatto che avviare un’impresa comporta grandi difficoltà e scoraggia i giovani ad avviare una nuova attività, subito gravata di spese quali: notaio per la costituzione, iscrizione CCIAA, INPS, INAIL ecc. oltre a numerose tasse.

Altro problema venuto alla luce successivamente è quello della situazione economica in cui versa la CCIAA dell’Aquila rispetto alla nostra dovuta alla mancata dismissione delle società partecipate; non ultima la fusione della Società Speciale e il CRESA che hanno costi elevati quasi tutte a carico dalla Camera di Commercio stessa.

I ricorsi effettuati, secondo il parere della Confartigianato, sono stati solo uno sperpero di danaro in quanto ad oggi inutili. Si sperava nella incostituzionalità del Decreto; purtroppo gli stessi Giudici che avevano deciso l’incostituzionalità del decreto Renzi oggi, molto stranamente, si sono smentiti riconoscendo la Costituzionalità di questo stesso decreto.

Il Prof. Di Marzio non perde occasione per dichiarare che, se i giovani nei primi 3/5 anni di attività non verranno aiutati per inserirsi nel sempre più difficile mondo dell’imprenditoria da parte del Governo, che deve esentarli di tutte le spese e delle esorbitanti tasse che gravano sul mondo delle imprese, non potremo che registrare in futuro un trend sempre più negativo.

Speriamo almeno che i Consiglieri della provincia di Teramo che verranno nominati per decreto dalla Regione Abruzzo nella nascitura Camera di Commercio del Gran Sasso vogliano lavorare insieme per far sì che almeno la presidenza spetti a Teramo per, in futuro, riprenderci la sede o almeno lasciare quella secondaria ed operativa a Teramo.