Confartigianato Abruzzo: ingiuste esclusioni del decreto Ristori

Giancarlo Di Blasio massimo esponente della confederazione artigiana abruzzese oggi interviene sulla stampa per segnalare nuovamente il problema dell’individuazione delle attività produttive ammesse al Decreto Ristori in base al Codice Ateco. Tra gli esclusi dall’accesso ai fondi troviamo tutte le imprese che svolgono l’attività senza somministrazione, in pratica tutto l’artigianato della ristorazione, dalle pizzerie a taglio alle gastronomie, passando per rosticcerie e piadinerie, non ammesse ai contributi nonostante i vistosi e prolungati cali di fatturato”.

Sottolinea il Presidente inoltre che molti settori subiranno l’effetto collaterale delle chiusure serali, a partire dalla rilevante filiera della produzione alimentare artigiana costituita da: panifici, pastifici, caseifici, salumifici, birrifici, aziende conserviere e di trasformazione dei prodotti orticoli. Tutte rischiano di dimezzare i propri fatturati. Ricorda ancora che essere duramente colpite sono anche “le aziende del trasporto merci, le lavanderie, le imprese di pulizie e tutte quelle attività legate al mondo delle cerimonie quali : fotografi, sarti, video maker e altre figure”.

Anche le scelte relative all’entità degli aiuti sono un problema: “Scorrendo le tabelle, con l’elenco delle diverse attività produttive – dice Di Blasio – non capiamo ad esempio perché tassisti e Ncc siano gli unici ai quali, a fronte della paralisi del comparto dovuta alla mancanza di richiesta di mobilità, che comporta perdite di milioni di fatturato, vengano erogati ristori del 100%, a differenza di altre categorie che ottengono il 150%, il 200% e in alcuni casi il 400%”.

In conclusione il presidente regionale di Confartigianato tiene ad evidenziare che “l’importo di 5,4 miliardi di euro appare del tutto insufficiente e inadeguato rispetto alle effettive necessità del sistema produttivo, anche alla luce degli ulteriori effetti negativi, per l’economia e per le imprese, che la nuova stretta del Governo innescherà nelle prossime ore”.

Di Blasio, nel ribadire come il problema della tutela della salute venga prima di ogni altra cosa, sottolinea tuttavia come non sia possibile accettare passivamente le chiusure laddove è garantita un’applicazione scrupolosa delle misure imposte dai protocolli di sicurezza e dove il rischio Covid risulta essere sotto controllo.