- 23 Gennaio 2021
- Posted by: Luisella D'Alessandro
- Categories: Energia, News
Dal 2021 le piccole imprese (cioè quelle tra 10 e 50 dipendenti e un fatturato annuo tra i due e i dieci milioni di euro) o quelle che, comunque, abbiano un punto di prelievo con potenza impegnata superiore a 15 kilowatt, quindi circa 200mila piccole imprese italiane dovranno scegliere un fornitore di energia elettrica nel mercato libero. Confartigianato è al fianco degli imprenditori per accompagnarli anche in questo cambiamento.
Valentina Bagozzi, responsabile Mercato, Energia, Utilities di Confartigianato Imprese ci avverte che l’appuntamento è arrivato: dal 1° gennaio molte piccole aziende non potranno più restare in regime di maggior tutela. I primi sei mesi saranno caratterizzati da cambiamenti ridotti: ovvero le aziende che non scelgono un contratto sul libero mercato rimarrànno con il proprio fornitore che però li passerà all’offerta Placet.
Per non trovarsi impreparati a questi cambiamenti che incideranno sul portafogli le aziende già cominciano a muoversi. Confartigianato si è attivata per assistere le imprese, ovvero non solo comunicando i cambiamenti ma anche per indirizzando gli associati verso le migliori soluzioni sul mercato, ovviamente facendo leva sull’azione dei tre Consorzi di acquisto.
“Le imprese si rivolgono a noi per avere supporto in relazione ai passaggi burocratici, comunque limitati, previsti dal decreto – dice a QE Valentina Bagozzi, responsabile mercato energia di Confartigianato – e in quell’occasione cerchiamo di dare una consulenza anche su come muoversi verso il mercato libero. Peraltro lo facciamo anche nei confronti delle microimprese, per le quali la fine della tutela è al momento fissata al 1° gennaio 2022”.
Confartigianato, spiega Bagozzi, è attiva tramite tre consorzi di acquisto: Cenpi e Caem contano circa 100 associazioni territoriali e coprono tutto il territorio nazionale, con circa 17 mila imprese e 11.500 famiglie aderenti e volumi per oltre 680 mln di kWh di energia elettrica e 35 mln mc di gas. Poi c’è Multienergia, attiva soprattutto in Toscana con 2.500 utenze e volumi per 350 milioni kWh.
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