- 2 Febbraio 2021
- Posted by: Luisella D'Alessandro
- Categories: Edilizia, News
Secondo un’indagine recentemente pubblicata da ISTAT, a novembre 2020 la produzione nelle costruzioni è tornata a crescere (+1,7% rispetto ad ottobre) superando i livelli di febbraio 2020, mese antecedente allo scoppio della crisi Covid-19 e all’entrata in vigore delle prime misure per contrastare l’emergenza sanitaria. Nel confronto internazionale, a novembre, l’Italia va meglio della media Ue (+1,2%).
Sebbene si registrino segnali di ripresa, nella media dei primi undici mesi del 2020, la produzione nelle costruzioni registra comunque una marcata flessione, diminuendo dell’8,6% rispetto allo stesso periodo del 2019; a far peggio dell’Italia, la Francia (-15,4%) e la Spagna (-13,7%), mentre si conferma la controtendenza per la Germania (dove la produzione sale del 3,4%). Per Italia e Francia la prima fase della crisi, fino a maggio, è stata più pesante, mentre tra estate e autunno l’Italia ha segnato un aumento della produzione (+5,2% tra giugno e novembre), più intenso di quello della Germania (+2,1%).
Il comparto Costruzioni include oltre 493 mila micro e piccole imprese (ovvero, fino a 50 addetti), che danno lavoro a 1 milione 149 mila addetti, l’87,9% dell’occupazione dell’intero settore, quota di 13,8 punti superiore al 74,1% della media UE. Un settore che registra un’elevata presenza dell’artigianato, con 347 mila imprese artigiane che danno lavoro a 696 mila addetti, più della metà (53,2%) dell’occupazione del comparto.
Le micro e piccole imprese sono decisive per i processi di innovazione e per il contributo alla crescita economica, determinando il 78,3% degli investimenti e il 79,9% del valore aggiunto del comparto. La recessione in corso ha fatto registrare importanti effetti sulle micro e piccole imprese: le MPI, concentrando oltre i tre quarti (76,4%) dell’attività delle costruzioni, nei primi 11 mesi del 2020 registrano una mancata produzione pari a 10,3 miliardi di euro.
La spinta alla ripresa sembra arrivare (anche) dagli interventi finanziati dai fondi europei: secondo il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), per gli interventi di efficienza energetica e riqualificazione degli edifici sono indicati 29,6 miliardi di euro di risorse di Next Generation EU nel periodo 2021-2026.
Inoltre, sulla concretizzazione degli interventi infrastrutturali previsti dal Piano, che per una quota significativa attivano domanda per il settore delle costruzioni, gravano sfavorevoli condizioni di contesto, come i maggiori tempi per gli appalti che, come ha segnalato Confartigianato nei giorni scorsi, può diminuire l’efficacia degli interventi finanziati con i fondi europei.
A stimolare la ripresa delle imprese dell’edilizia e dell’installazione di impianti, la domanda delle famiglie e il supporto di incentivi fiscali: secondo il 10° report Covid-19 di Confartigianato, è salita ai massimi storici la propensione delle famiglie a effettuare manutenzione straordinaria dell’abitazione.
Sull’efficacia del sostegno degli incentivi pesano, però, le difficoltà applicative del superbonus del 110%, la sua limitazione temporale – che Confartigianato propone sia estesa a tutto il 2023 – e le difficoltà di relazione con gli uffici tecnici della PA, che per un terzo (33,1%) delle imprese dell’edilizia sono giudicate insostenibili. Un recente studio della Banca d’Italia evidenzia che nella Pubblica Amministrazione, al netto di istruzione e sanità, la quota di dipendenti pubblici in smart working durante la pandemia è del 30,1% con un picco del 37,6% nel Centro, a fronte del 21,9% del Mezzogiorno e il 32,5% del Nord.