- 13 Ottobre 2016
- Posted by: admin
- Categories: Alimentazione, News
L’Italia segna un punto a favore della corretta informazione sulla qualità del cibo che portiamo in tavola. Il 15 settembre infatti è entrata in vigore la legge di delegazione europea sulle etichette alimentari nella quale è stato reintrodotto l’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione.Obbligo che era stato cancellato nel dicembre 2014 proprio a causa di normative europee.
Da allora Confartigianato si è mobilitata per protestare contro quello che considera un attacco alla qualità dei nostri prodotti e al diritto dei consumatori di conoscere l’origine di ciò che mettono nel piatto.
“Eliminare lo stabilimento di produzione – ha denunciato Confartigianato Alimentazione – significa causare un danno alle eccellenze alimentari del nostro territorio. Inoltre, complica il lavoro delle autorità di controllo nei casi in cui è necessario rintracciare chi ha prodotto gli alimenti”.
In questi due anni, la battaglia della Confederazione è stata sposata dal Governo. In particolare, il Ministero delle Politiche agricole ha promosso una consultazione pubblica on line e il 96,5% degli italiani ha chiesto la reintroduzione dell’obbligo di indicare il sito di produzione sulle etichette degli alimenti. Così, alla fine, il nostro Paese l’ha avuta vinta e ha ripristinato un importante elemento di chiarezza e trasparenza sulle nostre produzioni alimentari.
Ora, il Governo italiano ha 12 mesi di tempo per attuare la legge delega europea, Ma il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ha annunciato tempi brevi. Il decreto attuativo – ha detto – è già stato inviato agli altri Ministeri per l’approvazione definitiva e dovrebbe vedere la luce entro la fine dell’anno.
Insomma, tra pochi mesi toccheremo con mano il risultato di una battaglia comune che ha visto il nostro Governo al fianco degli imprenditori per difendere l’identità e la qualità dell’alimentazione made in Italy.