- 6 Febbraio 2015
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L’iscrizione alle white list per le imprese che svolgono attività maggiormente esposte a rischio di infiltrazione mafiosa, deve diventare espressamente obbligatoria. E’ quanto chiede a Governo e Parlamento l’Autorità Nazionale Anticorruzione con l’Atto di Segnalazione n. 1, del 21 gennaio 2015 con cui ha formulato alcune osservazioni in merito alla disciplina delle verifiche antimafia da effettuarsi obbligatoriamente mediante la consultazione, anche in via telematica, di apposito elenco di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa (white list).
Il testo dall’art. 29, comma 1, Dl. 90/2014 (cd. Decreto Semplificazioni), che ha modificato l’art. 1, comma 52 della legge anticorruzione, prevede infatti, l’obbligo per le stazioni appaltanti pubbliche di consultare gli elenchi di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa operanti nei settori del: trasporto di materiali a discarica per conto di terzi; trasporto, anche transfrontaliero, e smaltimento di rifiuti per conto di terzi; estrazione, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti; confezionamento, fornitura e trasporto di calcestruzzo e di bitume; noli a freddo di macchinari; fornitura di ferro lavorato; noli a caldo; autotrasporti per conto di terzi; guardiania dei cantieri.
La questione nasce dal quadro normativo di riferimento che, da una parte, impone come obbligatorio per le stazioni appaltanti pubbliche la consultazione dell’elenco ma, dall’altro, non prevede in modo chiaro ed esplicito un corrispondente obbligo per le imprese e gli operatori economici di iscriversi nel medesimo, e anzi disciplina l’iscrizione alle white list in termini volontari (art. 2, comma 2 del d.p.c.m. 18 aprile 2013).
Ciò rischia di determinare, come sembra testimoniare la prima esperienza maturata, elenchi alquanto parziali, che finirebbero, pertanto, per essere poco rappresentativi della platea degli operatori economici che svolgono attività maggiormente esposte al pericolo di infiltrazione criminale.
Da qui, la segnalazione dell’ANAC, condivisa anche da ANEAPA-Confartigianato Edilizia, di prevedere un intervento di armonizzazione che consenta di realizzare appieno l’obiettivo del legislatore, anche attraverso l’eventuale modifica del d.p.c.m. 18 aprile 2013, nel senso di prevedere espressamente l’obbligatorietà dell’iscrizione negli elenchi per le imprese interessate.