Cig anche per i Comuni non capoluogo. L’ANAC fa marcia indietro

immagine piccola as_0L’Autorità Nazionale Anticorruzione ha dato notizia attraverso il proprio sito web che rilascerà il Codice Identificativo di Gara (CIG) anche ai comuni non capoluogo di provincia. Il DL 90/2014 sulla riforma della pubblica amministrazione, ora all’esame dell’Aula della Camera, prevede, infatti, il rinvio dei termini dell’entrata in vigore delle disposizioni introdotte dall’art. 9 comma 4, del decreto legge 24 aprile 2014, (convertito dalla legge 23 giugno 2014, n. 89) che a partire dal 1° luglio obbligano i Comuni non capoluogo di provincia a procedere all’acquisizione di lavori nell’ambito di unioni dei comuni  o con un apposito accordo consortile o ancora ricorrendo ad un soggetto aggregatore. E pertanto il presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone, con una lettera al Governo, aveva confermato il diniego della Cig per i Comuni non capoluogo pur consapevole degli effetti negativi per l’intero comparto dei lavori pubblici.

Ma ora l’ANAC fa marcia indietro e in un comunicato del 30 luglio ha precisato che, nelle more della conversione in legge del decreto legge n. 90/2014, che prevede il rinvio dei termini dell’entrata in vigore delle disposizioni introdotte dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, rilascerà il Codice Identificativo di Gara (CIG) ai comuni non capoluogo di provincia.

I termini della proroga all’entrata in vigore della norma, erano stati definiti in precedenza nell’ambito della Conferenza Stato-Città ed Autonomie locali, tenutasi il 10 luglio scorso, che aveva manifestato l’esigenza di un posticipo al 1° luglio 2015 per i  lavori pubblici al fine di consentire agli enti locali di avviare un percorso di attuazione del nuovo modello operativo e di preparazione e coinvolgimento dei vari soggetti per l’applicazione della norma. Tale scadenza è ripresa dall’emendamento al Dl 60/2014 che accoglie anche le sollecitazioni di ANAEPA-Confartigianato Edilizia e delle altre associazioni di categoria dell’edilizia per scongiurare il rischio di paralisi per il mercato degli appalti.