- 23 Gennaio 2018
- Posted by: Daniele Di Marzio
- Categoria: News
L’ITALIA DEFERITA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA DELL’UNIONE EUROPEA PR I RITARDI DEI PAGAMENTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.
Sono passati cinque anni dall’approvazione della Direttiva 2011/7/UE recepita in Italia con il D.lgs. 192/2012 che fissa tempi certi per i pagamenti della pubblica amministrazione, la Commissione Europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia europea. In base alla Direttiva le fatture devono essere pagate dalla PA entro 30 giorni, o 60 in casi particolari.
Più volte il ns. Presidente prof. Luciano Di Marzio su vari comunicati stampa ha lamentato questo grande problema che assilla, specialmente, il settore edile in particolar modo le micro e piccole imprese che confidano nella puntualità dei pagamenti necessari a generare un flusso di cassa positivo e per assicurare la propria gestione finanziaria oltre alla competitività e, in molti casi, alla propria sopravvivenza. Addirittura è accaduto che molte imprese, pur avendo crediti di diverse centinaia di migliaia euro nei confronti della pubblica amministrazione vengono dichiarate fallite per poche decine di migliaia di euro a causa di Enti pubblici come Equitalia. Un assurdo che deve immediatamente finire! Una soluzione sicuramente potrebbe essere quella di permettere la compensazione tra crediti e debiti con la Pubblica Amministrazione.
E’ dal 2013, anno di entrata in vigore in Italia della norma recepita della direttiva Europea, che ANAEPA CONFARTIGIANATO sottolinea la necessità di introdurre la compensazione diretta e universale tra i debiti ed i crediti delle imprese verso la Pubblica Amministrazione.
In base ad un’analisi di CONFARTIGIANATO Imprese sui pagamenti nel 2016 di 6.547 amministrazioni pubbliche per una somma di 115,4 MILIARDI riferiti a 23,7 MILIONI DI FATTURE EMESSE DAI FORNITORI, il 62% degli Enti Pubblici non rispetta i termini fissati dalla legge sui tempi di pagamento. A farsi attendere oltre i 30 giorni è il 64,8% dei Comuni e il 54,5% degli altri Enti Pubblici. Per quanto riguarda il servizio sanitario nazionale, il 46,9% degli enti non pagano le fatture entro il termine di 60 giorni stabiliti dalla legge.
Sfuggono ai termini di legge anche gli Enti pubblici che gestiscono imposte e contributi: Agenzia delle Entrate, Agenzia del Demanio, Agenzie delle Dogane e dei Monopoli, Equitalia, Guardia di Finanza, INPS e INAIL pagano in media i loro fornitori in 50 giorni, con picchi di 91 giorni di alcuni di questi. A livello regionale i maggiori ritardi si registrano nella regione Molise la quale paga i propri fornitori in 107 giorni, seguono la Calabria con 98 giorni, la Campania con 83, la Toscana con 81 e il Piemonte con 80 giorni. Per quanto riguarda le province gli imprenditori subiscono i peggiori ritardi a Catanzaro con 111 giorni e seguono, superiori a 105 giorni, Vibo Valentia, Campobasso, Benevento e Reggio Calabria.
I ritardi nei pagamenti da parte degli Enti pubblici sommati a quelli dei privati, che spesso non pagano neanche in ritardo, sono le cause principali della mancata ripartenza dell’economia Italiana e della chiusura delle imprese che, sempre più spesso, porta gli imprenditori al gesto estremo del suicidio.