- 5 Luglio 2018
- Posted by: Daniele Di Marzio
- Categoria: News
L’Artigianato è stato abbandonato dalla Regione Abruzzo; sono state eliminate tutte le risorse previste per questa categoria nella legge regionale dall’anno 2008. Dopo tantissimi anni la Regione Abruzzo, grazie all’Assessore dell’epoca Alfredo Castiglione, eliminò tutte le risorse che ogni anno venivano destinate alle Cooperative di Garanzie per l’abbattimento dei tassi di interesse, alle imprese che partecipavano alle fiere nazionali, internazionali e mondiali e a tante altre iniziative; ma la cosa più grave è stata quella di non finanziare più la BOTTEGA SCUOLA che per tanti anni aveva, in tutte le provincie, creato nuovi imprenditori e giovani pronti per essere assunti nelle botteghe Artigiane.
Questa iniziativa della Regione Abruzzo, invidiata e copiata dalle altre regioni italiane, consisteva nel sostenere il 100% della spesa sostenuta dall’impresa artigiana nel primo anno di assunzione, al 50% nel secondo anno ed al 35% nel terzo anno. Questa iniziativa, che ha avuto grande successo di risultati negli anni, portava l’impresa artigiana a formare e a far apprendere il mestiere Artigiano ai giovani i quali dopo il terzo anno poteva scegliere se diventare imprenditori o rimanere a lavorare nell’impresa stessa.
Dall’anno 2008 nel bilancio Regionale non è stato stanziato neanche un euro a favore dell’Artigianato; tutto questo ha messo in ginocchio il settore che dopo 10 anni ancora non accenna a riprendersi come è stato evidenziato nell’ultimo rapporto sull’economia Teramana presentato dalla Camera di Commercio di Teramo.
Purtroppo la politica abruzzese, sia di centro destra prima che di centro sinistra, non hanno ancora compreso l’importanza di questo settore che presente in Abruzzo, con quasi 40 mila imprese nel passato passate oggi ad appena 30 mila. L’Artigianato per tantissimi anni è stato il vero motore dell’economia Abruzzese ed ha creato tantissimi posti di lavoro.
Oggi nella provincia di Teramo, dalle oltre 10 mila imprese Artigiane, ne contiamo appena 7.954 e ogni anno assistiamo a continue cancellazioni dovute principalmente alle esorbitanti tasse da pagare allo Stato Italiano, alle Regioni, alle Provincie, ai Comuni ed Enti vari, oltre al costo della burocrazia e della corruzione che oramai troviamo quasi dappertutto.
La leggera crescita delle esportazioni è a solo carico delle Imprese in quanto non sono previsti finanziamento della legge regionale a tale scopo; qualche piccolo aiuto, ottenuto con fondi europei, è rivolto solo all’innovazione.
Tutto ciò è davvero poco per il rilancio dell’economia Abruzzese, bisogna invertire completamente la situazione, la Regione Abruzzo deve investire sulle imprese e non soltanto spremerle con continue richieste di tasse e balzelli.
Bisogna tornare indietro agli anni 70/80 quando abbiamo assistito al boom dell’edilizia; il Governo finanziava, IDEE, intuizioni ed iniziative degli imprenditori con pochissima spesa, in quanto le banche concedevano mutui che permettevano di rimborsare la prima rata dopo 2 anni e il governo pagava solo gli interessi per i primi 2 anni.
Questa soluzione permetteva di realizzare l’iniziativa imprenditoriale che nell’arco di due anni produceva già i primi risultati e le relative entrate permettevano comodamente all’imprenditore di pagare la prima rata del mutuo. Tale soluzione, che è stata vincente in quegli anni, perché non riproporla oggi per il rilancio dell’economia Regionale e Nazionale?