- 30 Dicembre 2014
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RILANCIO DEGLI IMPIANTI DEI PRATI DI TIVO: IN CHE MODO E CON QUALI ATTRATTIVE? L’UNIONE PROVINCIALE ARTIGIANI E PMI A SUO TEMPO, COME RISULTA DAI DOCUMENTI PRESSO LA CCIAA DI TERAMO, CRITICÒ IL MODO DI OPERARE DELLA SOCIETÀ GRAN SASSO TERAMANO SPA ED OGGI PAGHIAMO LE CONSEGUENZE DELLA GESTIONE POLITICA DELL’EPOCA.
È di questi giorni la notizia dell’affidamento della gestione degli impianti di risalita e del rilancio dei Prati di Tivo. A firmare il contratto di affidamento, si legge, saranno ancora una volta, il rappresentante della società SIGET soggetto capofila del costituendo consorzio ed il presidente della Provincia, socio di maggioranza della Gran Sasso Teramano SPA. Società quest’ultima che nei primi anni, quando amministratore era il senatore Di Benedetto, prima acquistò quasi tutte le attrezzature occorrenti per la gestione degli impianti e poi indisse una gara di appalto in cui si ammettevano solo le società che avessero sul posto i locali per il rimessaggio delle attrezzature escludendo di fatto le società che gestivano gli impianti di Roccaraso e Campo Felice. Naturalmente risultò vincitore della gara la società privata Siget era l’unica ad avere tutti i requisiti previsti nel bando di gara e come socio il senatore Di Benedetto.
Ci fa molto piacere che il neo presidente della Provincia Renzo Di Sabatino cominci a tagliare le spese, quasi un milione, e che, come socio di maggioranza della Società Gran Sasso Teramano SPA, si sia reso disponibile a firmare il contratto con il costituendo consorzio che dovrà gestire gli impianti dei Prati di Tivo.
Al presidente della Provincia Di Sabatino il presidente dell’Unione Provinciale Artigiani e PMI CONFARTIGIANATO Teramo, prof. Luciano Di Marzio, chiede, anche nelle vesti di Consigliere della Camera di Commercio ente socio della società appaltante, dove siano andate a finire ed in che stato si trovano le attrezzature di proprietà della Società Gran Sasso Teramano SPA e chiede, altresì, chi negli anni abbia utilizzato tali attrezzature (Battipista, motoslitte ed altro) che, all’epoca, costarono diversi miliardi delle vecchie lire.
Per l’acquisto di tali attrezzature è stato utilizzato il mutuo di quattro miliardi di lire che in realtà era stato sottoscritto dalla CCIAA di Teramo, come da delibera dell’allora Giunta Camerale nella quale faceva parte il nostro presidente Di Marzio, per il rilancio della MONTAGNA TERAMANA attraverso la realizzazione di NUOVI IMPIANTI DI RISALITA e NUOVE PISTE DI SCI ai Prati di Tivo e a Campo Pericoli.
Ci chiediamo come si possa sperare oggi nel rilancio di Prati di Tivo se non si realizza la strada Forca di Valle – Prati di Tivo? Come è possibile che a Campo Felice, Ovindoli ed altre località negli anni sono stati realizzati altri impianti?
Ai Prati di Tivo esiste ancora una sola pista alla quale si accede dalla nuova cabinovia e dal Pilone. Come possiamo sperare in un rilancio della nostra montagna? Come possiamo sperare che gli amanti della montagna scelgono la nostra località per sciare? Purtroppo si è perso un treno che è passato tanti anni fa e che si presuppone non ripasserà più. Di chi sono le responsabilità di tutto questo? Chi pagherà questi immensi danni?
Infine chiediamo al neo presidente della Provincia di Teramo in che modo verrà estinto lo scoperto di conto corrente originariamente di quasi 12 milioni di euro acceso presso un istituto di credito; scoperto che è stato utilizzato per realizzare la cabinovia ai Prati di Tivo e che la Camera di Commercio di Teramo dovrà pagare per quanto di sua competenza. Non è possibile che per tanti anni invece di una gestione diretta degli impianti da parte della Gran Sasso Teramano SPA si siano lasciati gestire a società private capitali e attrezzature, queste ultime, da quello che si legge nei quotidiani, ora lasciate abbandonate sotto le intemperie. Chi pagherà questi ulteriori danni?