- 3 Settembre 2014
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Con il cosiddetto decreto “Sblocca Italia”, approvato venerdì in Consiglio dei Ministri ed attualmente in fase di pubblicazione, arrivano tra le altre alcune misure che interessano il comparto dell’edilizia: dall’apertura di nuovi cantieri alla realizzazione delle opere pubbliche, dalla semplificazione burocratica all’emergenza del dissesto idrogeologico. In attesa del testo definitivo, pur valutando positivamente le disposizioni previste, ANAEPA-Confartigianato non le ritiene sufficienti per risollevare le sorti del settore e di tutte le piccole imprese delle costruzioni messe in ginocchio dalla crisi.
Nel dettaglio, per quanto riguarda gli interventi per le infrastrutture, le norme del Dl rimettono in moto opere già finanziate in modo che i cantieri possano partire con largo anticipo rispetto alle previsioni e vengono altresì sbloccate opere già finanziate con immissione di nuove risorse a condizione che i relativi cantieri aprano entro date certe nell’arco di dieci mesi dall’approvazione del decreto. Questo pacchetto di interventi è finanziato con 3,8 miliardi di euro, di cui 841 milioni dal fondo revoche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e 3 miliardi 48 milioni dal Fondo di coesione e sviluppo.
Al via anche opere di prevenzione e messa in sicurezza del territorio per il superamento delle procedure di infrazione e per l’accelerazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico attraverso lo stanziamento di nuovi fondi. Nel decreto “Sblocca-Italia” viene poi inserita una semplificazione, di cui si attende l’esatta formulazione, per quanto riguarda la disciplina del deposito preliminare alla raccolta e della cessazione della qualifica di rifiuto delle terre e rocce da scavo in adeguamento allo standard europeo e per la gestione di queste ultime con presenza di materiali di riporto e delle procedure di bonifica di aree con presenza di materiali di riporto.
Al fine di semplificare le procedure edilizie e ridurre gli oneri a carico dei cittadini e delle imprese, nonché di assicurare processi di sviluppo sostenibile, con particolare riguardo al recupero del patrimonio edilizio esistente e alla riduzione del consumo di suolo, il decreto classifica come manutenzione straordinaria gli interventi consistenti nel “frazionamento o accorpamento delle unità immobiliari con esecuzione delle opere anche se comportano la variazione del carico urbanistico purché si mantenga l’originaria destinazione d’uso”. Un’altra importante novità riguarda gli interventi di ristrutturazione in casa propria che non dovranno più essere autorizzati dal Comune ed il cittadino sarà tenuto ad inviare soltanto una comunicazione, dopodiché potrà iniziare i lavori.
Sembrano, invece, non aver trovato spazio nel decreto la norma che riproponeva l’abolizione della responsabilità solidale fiscale tra appaltatore e subappaltatore e la disposizione che differiva dal 1° luglio 2014 al 1° gennaio 2015 l’obbligo del sistema informatico Avcpass per la verifica dei requisiti delle imprese ai fini della partecipazione alle gare d’appalto. Restano in attesa di conferma, ma soprattutto di copertura che potrebbe arrivare con varo della Legge di Stabilità, i bonus Irpef rafforzati al 65% per i lavori di risparmio energetico e prevenzione antisismica e al 50% per le ristrutturazioni edilizia, che altrimenti dal 2015 tornano rispettivamente al 50% e al 40%.