- 14 Aprile 2016
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Si avvicina la scadenza del 16 giugno per il pagamento dell’acconto di Imu e Tasi. Ma quest’anno per i contribuenti c’è una sorpresa positiva: i Comuni non possono aumentare le aliquote per il calcolo dei due tributi sugli immobili. In pratica, nel 2016 non potranno prelevare dalle tasche di cittadini e imprenditori più di quanto abbiano fatto nel 2015.
Il divieto è previsto dall’ultima Legge di stabilità e a chiarire i dettagli è arrivata pochi giorni fa una risoluzione del Dipartimento Finanze.
Si scopre così che i Comuni e le Regioni non possono aumentare le aliquote di tributi e addizionali già esistenti nel 2015, e nemmeno introdurre nuove imposizioni, né tantomeno eliminare esenzioni o agevolazioni.
Inoltre la maggiorazione Tasi fino allo 0,8 per mille può essere applicata dai comuni nella stessa misura del 2015 e soltanto per gli immobili non esentati.
Per gli immobili produttivi delle imprese l’aliquota Tasi potrà oscillare tra lo 0 e il 3,3 per mille, e in ogni caso non potrà essere maggiore di quella applicata lo scorso anno.
Inoltre la somma dell’aliquota Tasi e Imu non potrà superare il 10,6 per mille, elevabile fino all’11,4 per mille se nel 2015 era prevista la maggiorazione.
Lo stop all’incremento di Imu e Tasi dovrebbe quindi frenare una tendenza al rialzo che, ha denunciato Confartigianato, tra il 2011 e il 2014 ha visto aumentare di 14,8 miliardi il prelievo fiscale sugli immobili degli italiani.
E tra i più tartassati ci sono proprio i piccoli imprenditori che – fa rilevare sempre Confartigianato – su capannoni e laboratori, considerati dal fisco alla stregua di seconde case, pagano, in media, a testa 3.357 euro l’anno.
Senza contare la ‘tassa sulla tassa’ di circa 1,4 miliardi dovuta dagli imprenditori per la parziale deducibilità dell’IMU dal reddito d’impresa e la totale indeducibilità dalla base imponibile IRAP.
Ben venga quindi il blocco delle aliquote, ma per Confartigianato la battaglia continua proprio sul fronte della deducibilità dell’Imu sugli immobili produttivi. Senza dimenticare il rischio che si annida dietro lo stop agli aumenti di Imu e Tasi. I Comuni meno virtuosi, per fare cassa a tutti i costi, potrebbero spingere l’acceleratore del prelievo sulla Tari, vale a dire la Tassa sui rifiuti che è esclusa dal blocco degli aumenti dei tributi.