- 26 Giugno 2014
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Startup nell’agro-alimentare: talenti cercansi. Alimenta2Talent, la call internazionale organizzata in tandem da Comune di Milano e Fondazione Parco Tecnologico Padano di Lodi, va a caccia di «idee da trasformare in impresa» in vista di Expo2015.
I progetti più convincenti saranno sviluppati fino alla forma di vere e proprie società, con un programma di sei mesi che accompagna sul mercato gli startupper di alimentazione e scienze. Costo? Zero: la consulenza su tutto quello che serve ai neoimprenditori, dagli investimenti alle strategie di marketing, sarà garantita con una borsa di studio a copertura totale.
Le candidature possono essere inviate fino al 13 ottobre sul sito dell’iniziativa.
Il bando per gli startupper
Il bando, alla sua seconda edizione, sfrutta il fermento di imprese under 30 nell’agroalimentare. L’obiettivo è indirizzare (o, meglio, trattenere…) su Milano e l’Italia la «voglia di ricerca e impresa” che carbura il filone centrale dell’Expo, l’alimentazione. Il meccanismo non ha nulla di diverso dai tanti incubatori che danno vita alle startup, da piattaforme per l’export di vino alle app per smartphone: i giovani inviano il proprio progetto, quelli selezionati accedono al «Programma di Accelerazione Alimenta» a cura del Parco Tecnologico Padano di Lodi. È lì che l’idea si fa impresa, con un advisor che guida giovani con curricula diversi all’abc dell’iniziativa economica. I numeri ci sono, se è vero che il primo esperimento Alimenta2Talent ha ricevuto più di 100 domande di partecipazione e 35 progetti.
Innovazione tecnologica nell’agroalimentare
Ma i neoimprenditori resistono all’urto del mercato? C’è chi critica l’effetto bolla delle startup, soprattutto in un settore sempre più popolare come il food… «Il mondo Food e i settori relativi alla BioEconomy stanno vivendo un fermento imprenditoriale molto forte – evidenzia Cristina Tajani, Assessore alle Politiche per il Lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca – Il sistema delle Università di Milano, della Lombardia e quello dei centri di ricerca hanno prodotto un patrimonio di conoscenza notevole, che può trovare applicazione anche attraverso nuove iniziative imprenditoriali». Milano fa presa sulle nuove leve dell’impresa agricola? Secondo Tajani, sì. Soprattutto se si parla di innovazione: «Oggi l’agroalimentare e l’agroindustria incorporano innovazioni tecnologiche che hanno bisogno delle giuste piazze finanziarie per poterreperire il capitale adeguato per crescere e svilupparsi».
Da spin off universitario a impresa
Finora, cinque dei progetti selezionati nel 2013 si sono evoluti in business veri e propri. Il timbro comune? Sostenibilità e alimentazione, naturalmente. Orange Fiber si occupa della produzione di tessuti con gli scarti di agrumi, Coffee Reloaded crea concimi con i fondi del caffè, Nadal ha creato una piattaforma di fitodiagnostica e fitosanitario per il Mediterraneo, Algae Factory gestisce alimentari derivati da microalghe, Flora Conservation produce e (appunto) conserva piante spontanee abituate alla città…
La mano di Alimenta2Talent quanto è servita? «Noi siamo partiti con un know how botanico, Alimenta2Talent ci ha dato tutte le basi che un po’ mancavano: commercializzazione, marketing…» spiega al Sole 24 Ore Simone Pedrini, tra i fondatori di Flora Conservation. Nata come spin off dell’Università di Pavia, la start up è creciuta fino al rango di «società agricola a tutti gli effetti»: la sua produzione di piante erbacee autoctone si presta alle applicazioni più disparate, dall’edilizia sostenibile ai recuperi ambientali di scarpate. Ma se c’è la creatività, non sempre ci sono i finanziamenti. Anzi. «Tante volte fondi un’impresa, una start up, perché delle due l’una: o si va all’estero o si fa qualcosa. Il problema è che appena parti, anziché aiutarti, ti “succhiano” quello che hai. Da questo punto di vista, l’Italia non è troppo “friendly” con i giovani…».