- 3 Ottobre 2014
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Approvata da parte del Consiglio dei Ministri la nota di aggiornamento del DEF (Documento di Economia e Finanza) che aggiorna il quadro macroeconomico rispetto ai dati dello scorso aprile e fornisce indicazioni sulle tendenze e gli obiettivi di finanza pubblica.
Tra questi troviamo anche il taglio del cuneo fiscale per le imprese e per i lavoratori dipendenti, misure che verranno inserite dal Governo nella prossima Legge di Stabilità, con la quale si stimano per il 2015:
- l’uscita dalla recessione e una crescita del PIL pari a +0,6% sul 2014;
- rapporto deficit/PIL in calo a 2,9% (-0,1 punti percentuali rispetto al 2014);
- disoccupazione in calo al 12,5%;
- rapporto tra debito pubblico e PIL del 131,6% per il 2014 e del 133,4% per il 2015.
Con riferimento alla Legge di Stabilità 2015, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha sottolineato che questa:
«Interverrà a favore delle famiglie meno abbienti e delle imprese» e che «il Governo agirà nel solco della riduzione delle imposte sulle persone fisiche e sulle imprese già adottata e delle recenti misure volte a stimolare gli investimenti privati e a facilitare l’accesso al credito per le piccole e medie imprese».
Taglio tasse imprese
Per quanto riguarda il taglio delle tasse sulle imprese, questo dovrebbe ammontare a 2-3 miliardi di euro, puntando soprattutto sulla riduzione dei contributi sociali e forse anche su un intervento sull’IRAP.
In tutto gli interventi previsti per la prossima Legge di Stabilità mettono in campo 12,5 miliardi di euro per:
- confermare il bonus da 80 euro per il prossimo anno (7 miliardi di euro);
- taglio dell’IRAP e/o intervento sugli oneri sociali per ridurre le tasse sulle imprese (2 miliardi di euro);
- 1,5 miliardi per il nuovo sussidio di disoccupazione destinato a 1,3 milioni di precari;
- circa 1 miliardo per stabilizzare gli insegnanti della scuola e per la manutenzione più urgente degli edifici;
- circa 1 miliardo per gli investimenti dei Comuni con una deroga al patto di stabilità interno.
Nodo risorse
Le risorse per finanziare la manovra arriveranno da una ripresa più lenta del previsto, ovvero da un aggiustamento del deficit strutturale pari a circa un decimo di punto percentuale rispetto al 2014. :
«A partire dal 2016 riprende il ritmo dell’aggiustamento dello 0,5% per arrivare al pareggio nel 2017» ha spiegato Padoan.
La nota stampa di Palazzo Chigi chiarisce inoltre che:
«Il rallentamento del percorso di avvicinamento all’obiettivo di medio termine (MTO) – che verrà raggiunto nel 2017 – è compatibile con la flessibilità prevista dalle regole dell’Unione Europea, che contemplano la possibilità di deviazioni temporanee in presenza di riforme capaci di migliorare strutturalmente la competitività del Paese e qualora si verifichi la circostanza di un severo peggioramento dell’economia (art. 5 del Council regulation 1466/97 del 7 luglio 1997 e art. 3 e 6 della L. 243/2012).
Per garantire all’UE il rispetto dei vincoli europei, il Governo ha però inserito nell’aggiornamento del DEF una clausola di salvaguardia: un aumento IVA a partire dal 2016 se non si raggiungeranno gli obiettivi prefissati.
Ulteriori risorse potrebbero essere reperite, infine, dalla Spending Review, ovvero dai tagli alle spese dei Ministeri, delle Regioni e dei Comuni, nonché da una revisione delle detrazioni fiscali.
(Fonte: Pmi.it)