- 14 Aprile 2016
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Quante volte l’etichetta made in Italy cucita o incollata sulla merce che acquistiamo ci ha ingannato perché di italiano quei prodotti hanno ben poco o addirittura nulla? Ebbene, in un futuro molto vicino, le nostre imprese potranno far riconoscereai consumatori la vera origine e la qualità dei prodotti realizzati in Italia.
La ‘rivoluzione’ è contenuta in una proposta di legge che il 30 marzo ha avuto il via libera della Camera e che ora passa all’approvazione del Senato.
Primo firmatario l’On. Angelo Senaldi, deputato del Pd, che l’ha presentata ad una conferenza stampa alla quale sono intervenuti il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti e la relatrice del provvedimento, l’Onorevole Caterina Bini.
Il testo varato da Montecitorio prevede l’introduzione di sistemi di tracciabilità mediante l’uso di codici non replicabili, che gli imprenditori potranno volontariamente adottare e apporre sui loro prodotti. Un’operazione che sarà finanziata con appositi incentivi fino a una quota di 20 milioni di euro.
In pratica, si tratta di una sorta di ‘carta d’identità’ che racconterà al consumatore tutta la storia del prodotto e di chi lo ha realizzato. Senza inganni e con una novità: le informazioni potranno essere lette per via telematica da smartphone e tablet.
E per chi fa il furbo ci sono le pesanti sanzioni del codice penale.
Per l’Onorevole Senaldi la proposta di legge è anche una sfida all’Unione europea: “Questa iniziativa legislativa – sottolinea il deputato – cerca di evitare tutti gli ostacoli posti dalle normative europee, è stata ‘ritagliata’ in modo da rientrare nelle possibilità che ci offre l’Europa: garanzia della salute e della sicurezza degli acquisti dei consumatori, evitando di parlare di ‘made in’ ma sapendo che la nostra qualità avrà premio e vantaggio rispetto ai prodotti di altre nazioni”. “Il versante della tutela del ‘made in’ con norme europee – aggiunge l’On. Senaldi – è un tema che vede impegnato il Governo, ma anche il Parlamento sta spingendo attraverso atti di indirizzo, mozioni e risoluzioni. Credo non si possa chiedere all’Europa di raggiungere una produzione manifatturiera del 20% del Pil entro il 2020 e contemporaneamente non tutelare anche con indicazione dell’origine e della provenienza, vale a dire il ‘made in’, i prodotti fatti in Europa. Questa è una contraddizione che l’Unione europea deve superare”.
Soddisfatto il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti: “Per gli artigiani e le piccole imprese è una grande opportunità. Con l’uso delle nuove tecnologie, l’etichettatura prevista dalla proposta di legge narra la storia del prodotto e la storia dell’azienda. Viene tracciato e reso visibile dove e come è fatto il prodotto e le regole che si devono rispettare”.
Non resta quindi che confidare nella rapida e definitiva approvazione della legge.