- 28 Luglio 2015
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- Categoria: News
A fronte delle richieste di chiarimento pervenute in riferimento alla possibile nuova ed inedita spesa/tassa/imposta per le famiglie in possesso di impianti di aria condizionata, ribadiamo che tale notizia è infondata.
A lanciare l’allarme, creando non pochi disagi, sono state le associazioni dei consumatori, Federconsumatori e Adusbef, che in una nota congiunta parlano di una nuova imposta da 200 euro all’anno.
All’origine della tassa non c’è un nuovo provvedimento del governo, ma la direttiva europea l2002/91/CE, recepita il 15 ottobre di quest’anno con il DM 20/6/2014.
Tale provvedimento, ricordiamo, è quello con cui il Ministro dello sviluppo economico ha firmato il decreto che fissa al 15 ottobre 2014 la scadenza entro la quale il libretto di impianto per la climatizzazione e il rapporto di controllo di efficienza energetica sugli impianti termici di climatizzazione invernale ed estiva, siano conformi ai modelli di cui al DM 10 febbraio 2014 del Ministro dello Sviluppo Economico;
si ricorda che i 200-300 euro di cui parlano i giornali è la cifra che le imprese artigiane potranno chiedere per i controlli obbligatori sull’efficienza.
Questi ultimi, come risaputo, vanno effettuati periodicamente – ogni 4 anni salvo diverse disposizioni regionali – e soltanto per gli impianti “di potenza termica utile nominale superiore ai 12 kW”, cioè impianti di medie-grosse dimensioni. Sono esclusi, pertanto, i comuni condizionatori da casa in grado di refrigerare un soggiorno o una camera da letto.