- 10 Maggio 2021
- Posted by: Luisella D'Alessandro
- Categoria: News
I dati dei conti nazionali pubblicati la scorsa settimana evidenziano il divario di crescita tra le due sponde dell’Atlantico: nel primo trimestre 2021 il PIL in Italia ed Unione europea cala dello 0,4% mentre il PIL Usa segna un balzo del +6,4%. In parallelo è ampio il gap delle vaccinazioni, con un tasso che al 1° maggio in Italia – nonostante il raggiungimento del target di 500 mila vaccinazioni – è al 23,7% e nell’Unione europea al 24,2%, circa venti punti sotto al 43,7% registrato negli Stati Uniti. Dopo l’escalation di contagi determinati dalla variante indiana, va ricordato che una limitata efficacia dei vaccini su varianti del Covid-19 è un rischio valutato pari a 1,4 punti di PIL per quest’anno e 1,7 punti nel prossimo.
Un’accelerazione della crescita nei prossimi anni per l’Italia arriverà dagli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), documento varato il 26 aprile e già ricevuto dalla Commissione europea. A fronte di risorse complessive del Piano per 235,6 miliardi di euro nel periodo 2021-2026, si osserva una maggiore crescita del PIL di 0,5 punti per quest’anno per arrivare a 3,6 punti nel 2026, cumulando nel periodo 15,6 punti di PIL in più rispetto allo scenario base. Il Piano accentua l’effetto moltiplicativo degli interventi: nei sei anni il PNRR cumula una maggiore crescita di 4,9 punti rispetto all’impatto della prima versione del Piano inviata alle Camere a metà gennaio. A determinare la maggiore crescita si sommano l’effetto di domanda delle maggiori spese per la costruzione e messa in opera degli investimenti pubblici e gli effetti di più lungo periodo sul PIL potenziale ed effettivo stimolati dal maggiore dotazione di capitale pubblico, in particolare quello per le infrastrutture.
Per tipologia di spesa, Le risorse addizionali degli interventi del Piano sono riferite per il 32,6% a investimenti per lavori di costruzione ed opere di edilizia civile, il 18,7% ad incentivi alle imprese, il 12,4% a prodotti informatici, elettronici ed ottici, il 6,9% ad altri mezzi di trasporto, il 6,6% a servizi di istruzione, il 6,2% a servizi di ricerca e sviluppo scientifici e il 5% a trasferimenti alle famiglie. In chiave settoriale, il contributo più consistente alla crescita del valore aggiunto si rileva nel settore delle costruzioni con 3,3 punti, seguito da attività immobiliari con 2,8 punti, commercio al dettaglio con 2,7 punti, commercio all’ingrosso con 1,3 punti e istruzione con 1,0 punti.
Un impulso alla creazione di valore nella filiera dell’edilizia – dove operano 987 mila imprese con 2 milioni 194 mila addetti – arriva dal superbonus del 110%, per il quale l’ultima versione del Piano assegna risorse per 18,53 miliardi di euro; nella comparazione tra gli ambiti di intervento del PNRR, i 13,81 miliardi di euro per l’efficienza energetica degli edifici – ulteriori 4,72 miliardi di euro su questa posta arrivano dalla programmazione complementare al PNRR – rappresentano il terzo importo più rilevante, dopo quello per la rete ferroviaria (24,77 miliardi) e la transizione 4.0 (13,97 miliardi).
Un rilevante impulso alla crescita deriva dalle riforme. Gli interventi di riforma della Pubblica amministrazione (Pa), della giustizia e della concorrenza nel lungo periodo generano una maggiore crescita per 3,3 punti di PIL; il 70% dell’impulso macroeconomico arriva dalla riorganizzazione dei processi della Pa mentre le riforme di giustizia e concorrenza determinano ciascuna il 15% della maggiore crescita.
L’analisi dell’Ufficio Studi oggi su QE-Quotidiano Energia